PRO LOCO PRO GLEMONA
La sua posizione centrale rispetto al territorio regionale e la collocazione all’incrocio delle principali vie di comunicazione consentono alla città di proporsi come base e punto di partenza per visite ai centri regionali di maggior interesse turistico e per escursioni naturalistiche alla ricerca di ambienti ancora veri. I percorsi escursionistici che il territorio offre sono di varia tipologia; si spazia dagli itinerari turistici a quelli per escursionisti esperti, senza dimenticare gli itinerari in mountain bike per godere di splendidi panorami.
“Gemona giace mollemente adagiata sopra le verdeggianti pendici del Glemina, sormontata da un colle pittorescamente coronato dalle rovine di un antico castello, e protetta dai venti di levante dal largo grembo dei monti che la sovrastano.
La sua eminente posizione è dotata di belle passeggiate, di stupendi panorami. Dalla terrazza del Castello si domina tutta l’ampia conca gemonese, e l’occhio si spinge giù giù, oltre i colli morenici di Artegna, Buia, Susans e Sandaniele e, nello splendido azzurro del primo cielo d’Italia, accarezza le severe curve delle Alpi orientali, che sembra ballino una ridda fantastica attorno lo stupefatto spettatore”.
Così iniziava nel 1914 Antonio Tessitori la sua Gemona. Breve recensione storico descrittiva compilata per uso dei visitatori. Rispetto a quasi cent’anni fa molto è cambiato, ma il fascino che Gemona esercita su chi la visita resta ancora intatto, potenziato da ulteriori offerte culturali, artistiche, naturalistiche e di svago che essa sa garantire.
Vicende storiche
Città di origine preromana, è menzionata per la prima volta da Paolo Diacono nell’Historia Langobardorum come uno dei castelli che nel 611 furono fortificati dai Longobardi contro gli Avari invasori.
Fu libera comunità con propri statuti già dalla seconda metà del XII secolo e sotto il Patriarcato aquileiese, nei secoli XIII e XIV, prosperò come centro di servizi ai traffici commerciali tra le regioni italiane e l’Europa danubiana grazie al privilegio del Niederlech (= scaricamento). Tale concessione, di origine imperiale, faceva obbligo ai mercanti di cambiare i mezzi di trasporto e di pernottare entro le mura; l’indomani, dopo il pagamento di un piccolo dazio, il viaggio poteva riprendere con le merci caricate su carri grandi e capaci se destinate alla pianura, su mezzi piccoli e leggeri per le strade montane.
Lo sviluppo delle attività legate ai traffici internazionali (dall’artigianato all’ospitalità, dai servizi finanziari a quelli logistici) fece prosperare notevolmente l’economia cittadina e Gemona divenne una delle comunità più rilevanti del ducato friulano: un centro urbano ricco di fermenti artistici e culturali, abbellito da chiese, palazzi e case signorili, difeso da una grande cinta murata da cui svettava l’antico castello.
L’età d’oro di Gemona si concluse ben presto: già nel XV secolo, dopo la sottomissione della Patria del Friuli alla Serenissima (1420), ci fu una diminuzione dei traffici, determinando quella decadenza che si sarebbe tramutata in vera e propria crisi economica nei secoli successivi.
L’economia gemonese ha ripreso forza a cominciare dal secondo dopoguerra, grazie alla creazione in zona di importanti realtà industriali, commerciali e di servizio.
Divenuta tristemente nota in tutto il mondo come la capitale del terremoto del 1976, Gemona è ora il simbolo della rinascita del Friuli. La città si presenta oggi completamente rinnovata nel suo aspetto architettonico, singolare intreccio di linguaggi innovativi e di riproposizioni legate alla tradizione.
Tra passato e presente
Il suo vivace passato storico e culturale ha lasciato le proprie tracce nelle testimonianze artistiche che le hanno regalato maestri scultori, architetti e pittori. Protetta dal monte Glemine sulle cui pendici lentamente si inerpica, conserva nel suo centro storico esempi architettonici significativi che coniugano l’austerità delle strutture romaniche e l’elegante movimento delle linee gotiche con le serene forme rinascimentali.
Il più insigne dei monumenti è il Duomo di Santa Maria Assunta, una delle più significative fabbriche medioevali della regione. Di pianta basilicale a tre navate, l’edificio è il risultato della ristrutturazione di una chiesa preesistente condotta in due tempi (1290–1330) dagli architetti-scultori Giovanni e Giovanni Griglio. In esso si realizza una mirabile fusione tra elementi dello stile romanico e gotico, interpretati dall’ingegno di artisti locali. Colpisce il visitatore il movimento della facciata: il portale romanico, decorato da motivi fitomorfi, nella cui lunetta si celebra il Giudizio Finale; la colossale statua di San Cristoforo alta ben sette metri e posta lì a proteggere i viandanti; l’elegante gotica Galleria dei Re Magi nella quale sono collocate nove statue raffiguranti scene dell’Epifania e la danza allegra degli archetti e colonnine dello splendido rosone centrale. Gravemente danneggiato dal sisma del 1976, oggi è completamente risorto, ma all’interno conserva la memoria del sommovimento nell’emozionante inclinazione delle poderose colonne in marmo rosa che sostengono le navate. Il Duomo, ricco di piccole cappelle, è impreziosito da numerose opere d’arte: tra esse l’originale fonte battesimale ricavato da un monumento funebre romano; una bellissima ancona lignea dorata raffigurante episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento (1391), una toccante Pietà o Vesperbild del XV secolo; numerose opere di pittori e scultori locali, italiani e stranieri di epoche diverse, tra cui le bellissime vetrate moderne dell’artista tedesco Jakob Schwarzkopf, dono della Famiglia Fantoni.
Dal Duomo, sulla cui piazzetta di affaccia Casa Gurisatti (sec. XV) con graziosa trifora ad archi trilobi, sede della Cineteca del Friuli, percorrendo Via Bini, dominata dal Castello (ancora in fase di ricostruzione), si giunge al Palazzo Comunale.
Via Bini è la tipica strada medievale – antica via commerciale stretta e tortuosa – sulla quale si affacciano edifici storici rigidamente serrati l’uno contro l’altro, ornati da portali, rientranze, piazzette e portici. è d’obbligo percorrerla con lo sguardo rivolto verso l’alto per scoprire i variopinti lacerti di affreschi risalenti ai secoli XV-XVI, i terrazzini in stile neogotico della Casa D’Aronco, il palazzo che fu dei nobili Elti (secolo XV) oggi sede del Civico Museo, le bifore e gli affreschi trecenteschi presenti sulla facciata in cotto di Casa Antonelli.
Il Palazzo Comunale, sito in Piazza del Municipio, è un elegante edificio rinascimentale del primissimo Cinquecento nella cui loggia sono conservati alcuni reperti di epoca romana; la sala consiliare, al primo piano, è abbellita da un ricco soffitto ligneo.
Gli edifici che dipartono da piazza del Municipio, nel senso opposto a Via Bini, sono interessanti costruzioni moderne. Tra esse spiccano la sede della Banca Antonveneta realizzata dall’architetto Luciano Gemin su idea di Carlo Scarpa e il bell’edificio postmoderno con loggia (architetto Alberto Antonelli), dal caratterisco orologio. Al centro di Piazza Garibaldi si trova il nuovo complesso della fontana con vasche digradanti e cascatelle (architetto Gianpaolo Della Marina); poco distante sorge la Chiesa di S. Maria di Fossale con altari lignei intagliati, dorati e dipinti, del Seicento. Proseguendo si incontra la gradinata monumentale della Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, i cui resti (fine XV secolo) sono stati sistemati a parco lapideo con il recupero del portale, di parti della facciata e dei muri perimetrali.
Tra gli edifici di interesse storico-artistico della città va sicuramente annoverato il Santuario di S. Antonio, il più antico luogo di culto dedicato al Santo. Andato distrutto con gli eventi sismici del 1976, ricostruito in linee architettoniche moderne su progetto dell’architetto Domenico Bortolotti, conserva al suo interno i ruderi della chiesetta duecentesca eretta dal Taumaturgo in onore della Madonna e i resti della cappella del Rosario in cui un tempo erano collocate le grandi tele di Melchior Widmar ora disposte ai fianchi dell’ingresso.
A colpire il visitatore sono le decorazioni dell’artista udinese Arrigo Poz: l’enorme mosaico della parete di fondo (il Mondo e l’Universo attraversati da una meteora simboleggiante la luce di Cristo) e una serie di vetrate, caratterizzate da un vivace e brillante cromatismo, raffiguranti Santi dell’ordine francescano e il Cantico delle Creature di S. Francesco (nel rosone laterale). Da segnalare anche la Cella del Santo, con la preziosa collezione di ex voto ed il Museo Renato Raffaelli (vedi sotto).
Ricordiamo inoltre, nella frazione di Ospedaletto, l’antico Ospedale di Santo Spirito, accanto all’omonimo Priorato, e la Chiesetta di Ognissanti: un piccolo gioiello ornato da affreschi risalenti al XIV e al XV secolo, venuti alla luce con i crolli causati dal terremoto del 1976.
I Musei gemonesi
Gemona del Friuli si caratterizza sotto il profilo strettamente culturale per la ricca offerta museale, alla quale spesso si accompagnano iniziative culturali estemporanee. In particolare segnaliamo: la Cineteca del Friuli che, oltre all’Archivio, la Fototeca, la Videoteca e la Biblioteca, presenta collezioni speciali tra le più significative della Regione e d’Italia (tel. 0432 980458 – www.cinetecadelfriuli.org); l’Archivio della Pieve di S. Maria Assunta con i registri battesimali più antichi del mondo e una ricca collezione di diplomi, bolle, corrispondenze e libri contabili dal XIII secolo in avanti. Nel prossimo futuro sarà aperto l’attiguo Museo della Pieve che esporrà il Tesoro del Duomo con pezzi pregiatissimi di oreficeria, le raccolte di preziosi libri liturgici miniati (dal XIII al XV secolo) e di parati sacri, opere di pittura e di scultura (Parrocchia tel. 0432 980608); il prestigioso Civico Museo di Palazzo Elti in Via Bini (Ufficio Cultura Comune di Gemona, tel. 0432 973258) con la ricca sezione Fantoni-Baldissera composta da dipinti e bozzetti per la maggior parte di autori austriaci e tedeschi del XVIII secolo e i capolavori recuperati da alcune chiese distrutte dal terremoto, in particolare la Madonna col Bambino di Cima da Conegliano, la pala di Sant’Anna di anonimo pittore salisburghese del primissimo Cinquecento, la pala di Pellegrino da S. Daniele ed alcuni lacunari del soffitto della Chiesa di San Giovanni, opera di Pomponio Amalteo. Il Museo comprende anche una sezione dedicata ad alcuni artisti gemonesi; l’Archivio Antico di Gemona presso la Biblioteca Comunale con documenti dal 1200 ad oggi (tel. 0432 980495); la Galleria d’Arte Babele sita nel centro storico, che ospita lungo l’intero arco dell’anno esposizioni di artisti friulani ed italiani, (Pro Glemona tel. 0432 981441 – www.gemonahomepage.it/babele); il Museo “Renato Raffaelli”, annesso al Santuario di S. Antonio (Tel. 0432 981113), che ospita interessanti opere di autori veneti e friulani, la maggior parte risalenti al Seicento; il Centro didattico-ambientale “Mulino Cocconi”, nella frazione di Ospedaletto, che comprende un Laboratorio didattico, il Centro di documentazione sulle acque del Gemonese e il Museo dell’arte molitoria (tel. 0432 972316 – www.mulinococconi.it).
Avvenimenti
Durante il corso dell’anno ricco è il calendario delle manifestazioni organizzate con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale dall’Associazione Pro Loco Pro Glemona, dai Comitati di Borgata e dalle numerose associazioni che animano la vita della città.
Gli eventi di maggior spicco sono: in primavera “Primavera Gemona Motori”, manifestazione incentrata sul mondo dei motori; nel mese di giugno i Festeggiamenti Antoniani con un calendario ricco di mostre, spettacoli, mercatini di strada; l’Agosto Medioevale a Gemona, quando la città vede rivivere il passato con Tempus est jocundum–Serate di ambientazione medioevale, il Palio del Niederlech e la Dama Castellana; a novembre “Gemona, formaggio e …dintorni”, manifestazione che vede il centro storico diventare per un intero week-end la golosa meta degli appassionati di formaggi; il ricco calendario delle Festività Natalizie con importanti eventi quali le esposizioni di presepi artistici, concerti, mostre, iniziative dedicate ai bambini e, il 6 gennaio, con l’Epifania del Tallero, celebrazione storico-religiosa della tradizionale Messa del Tallero che affonda le sue radici nel Medioevo e che anima la città con cortei storici e spettacoli d’arme e di sbandieratori.
A questi appuntamenti si aggiungono le tipiche “sagre” – organizzate dai Comitati di Borgata che fanno rivivere le più vere tradizioni locali ed offrono menù tipici – e le più disparate manifestazioni organizzate dalle associazioni gemonesi che garantiscono al visitatore un ricco calendario di appuntamenti per tutto l’arco dell’anno. Il calendario annuale completo delle manifestazioni è disponibile presso la Pro Glemona – Ufficio I.A.T.
Gastronomia ed ospitalità
Il Gemonese presenta un’offerta gastronomica legata ai piatti della tradizione friulana con ricette a base di prodotti della terra e dell’allevamento e accoglie nella sua cucina i sapori di ottimi formaggi, in particolare Latteria e Montasio, e gustosi salumi prodotti dalla norcineria locale nonché il famoso Prosciutto di San Daniele. In questa zona, ricca di acque purissime, si pratica l’allevamento delle trote utilizzate spesso in cucina anche in fantasiose ricette.
Una visita al territorio permette di degustare presso i numerosi ristoranti e trattorie piatti prelibati: minestre e zuppe, soprattutto orzo e fagioli; vari tipi di gnocchi, sia i classici con patate ma anche di zucca; risotti con le erbe spontanee e funghi; salsicce alla griglia e al vino bianco e i tipici brovade e muset (cotechino con rape acide); il frico, piatto a base di formaggio fra i più caratteristici, preparato sia nella versione morbida, con patate, sia croccante; stufati accompagnati, d’inverno, dalla gustosa polenta. Non mancano i dolci caserecci, soprattutto le crostate ed i dolci legati ai frutti stagionali: strudel di mele, dolci alle castagne, biscotti di zucca, crostate alla marmellata ed alla ricotta. Il tutto annaffiato dai migliori vini e dalle migliori grappe regionali.
L’offerta ricettiva a Gemona del Friuli è varia ed in grado di soddisfare tutte le esigenze, con alberghi di diverse categorie, tipiche locande, affittacamere, bed & breakfast e un campeggio.
Ambiente: pedemontano
Superficie: 56,26 kmq
Quota: 272 metri s.l.m.
Pro Loco Gemona c/o I.A.T.
P.zza del Municipio, 5
33013 Gemona del Friuli (UD)
Tel 0432 981441
fax 0432 983481